Animali abusati a Pergine, Feste medievali

La notizia:

In luglio si sono svolte a Pergine Valsugana le feste medievali.  Alcuni animali sono stati usati in queste feste.

Alcuni cavalli sarebbero stati legati e costretti a girare in una giostra fino a notte inoltrata (non li ho visti personalmente, questo mi è stato riferito.)

Un coniglio vivo era tenuto prigioniero sotto una cassetta, utilizzato in un gioco a scommesse. Raccolte le scommesse i lconiglio veniva liberato e correva subito spaventato a rifugiarsi sotto delle cassette, che formavano un cerchio intorno a lui, mentre la gente scommetteva e faceva chiasso. (visto di persona)

Un falco in cattività era esibito dal falconiere fino a notte, con gli occhi bendati. (visto di persona)

Il commento: E’ davvero triste e ingiusto, ed eticamente inaccettabile utilizzare animali vivi per delle feste popolari. 1) Gli animali non sono oggetti, hanno diritto a non soffrire e a non fare cose contro la loro natura senza un motivo ineludibile

2) Portarli in simili situazioni (tanta gente, rumore, luci artificiali) produce sempre su di loro paura e stress

3) La loro dignità risulta offesa dalle pratiche di cui sopra e di conseguenza anche la nostra, che viene intaccata da un cattivo rapporto con gli animali

4) E’ terribilmente diseducativo mostrare ai bambini questi spettacoli e addirittura incitarli a partecipare (come purtroppo molti adulti hanno fatto in quelle sere)

Nota: Falconeria- per chi pensasse  che la falconeria sia una attività innocua: I falchi devono essere addomesticati violando la loro libertà ed etologia per condizionarli a volare a comando. Sono quindi privati della loro libertà. Gli esercizi cui devono sottostare li costringono a volare (deprivati del cibo per i primi esercizi) legati al polso del falconiere in lunghe sessioni di esercizio forzato.In ogni caso il falco non volerà mai più liberamente e sarà tenuto prigioniero a vita del falconiere. L’esibizione di un falco comporta dunque una forma di violenza etologica e fisica su un animale, trattato come uno splendido gioco. Inoltre l’esistenza di un mercato legale di falchi adulti e giovani produce un parallelo mercato illegale, che comporta la sottrazione di uova e pulli di falchi in natura. Questo costituisce per diverse specie un rilevante danno.

Il mio giudizio sulle feste medievali è dunque pessimo: il Comune e le associazioni del paese non devono promuovere simili spettacoli e violazioni. Ritengo queste feste in costume ridicole e prive di senso. Ho provveduto a segnalare ai Vigili Urbani di Pergine la vicenda del gioco a scommesse con il coniglio, che purtroppo era stata organizzata dal volontari dell’oratorio per raccogliere fondi. Aggravante non scusante!  Purtroppo la falconeria e l’uso dei cavalli sono invece legali.

Estate: maltrattamenti di animali in arrivo

In estate i maltrattamenti di animali aumentano. Sulle spiagge i bambini (a volte gli adulti oppure i bambini con il permesso e il benestare degli adulti) manipolano, spostano fuori dall’acqua, trattano come oggetti, mutilano oppure uccidono tutti quegli animali che loro considerano invece esseri diversi dagli animali e privi di diritti. Così granchi, meduse, cavallucci marini,  stelle marine, polipi e altri vengono maltrattati, torturati, uccisi. Sentono, provano dolore, Nessuna scusa per il maltrattamento.

Poi, si abbandonano  cani, i gatti, le tartarughe, criceti, ci si dimentica di affidare il meraviglioso ecosistema dell’acquario di casa a qualcuno, condannando tutti questi animali ad un a brutta esperienza se va bene, ad una  brutta fine se va male.

In estate i bambini hanno tempo e stanno di più all’aria aperta: ecco che mutilano, uccidono, catturano e infastidiscono gli insetti. Non dite che sono insignificanti perché provano dolore e hanno diritto a vivere come e quanto la vita permette loro. L’altro giorno in fattoria didattica un bambino ha catturato e manipolato una farfalla…se toccate loro le ali, lo sapete, poi non volano più e muoiono. Non ha importanza se la vita di una falena sia di poche ore o di pochi giorni: nessuno deve per gioco ridurre quella vita, accorciarla, renderla brutta e sofferente.

Non maltrattate nessun animale, per nessun motivo. Insegnate ai bambini a non procurare dolore, a non imprigionare e nemmeno a violare la dignità degli animali.

Ecco una riflessione del presidente della LAV, Gianluca Felicetti

[di G.Felicetti*] Giusto qualche giorno fa, in una bellissima caletta dell’isola d’Elba, ho assistito da interessato spettatore-attore, ad uno di quei dibattiti non “da spiaggia”, dannatamente seri poiché erano di vita e di morte di esseri viventi.

Uno dei bagnanti uscendo dall’acqua si era lamentato del “pizzico” di una medusa e chiedeva un retino per farsi “giustizia”. Grazie al consiglio arrivato da sotto un ombrellone vicino, è stato curato il bruciore con un semplice stick o togliendo con il retro di una lama i residui dei tenta colini; il signore ha quindi rinunciato ai suoi propositi bellicosi. Ma subito, nemmeno si trattasse di girare una scena de “Lo squalo 4”,  fra i bambini presenti è scattata l’operazione “pulizia” dai temibili animali considerati degli invasori. Con maschera e pinne, come comandati da un appartato generale, in un paio di minuti hanno riportato a riva una delle colpevoli. Ma, questa è la novità, sono state accolte da una delle mamme che ha esclamato: “E’ un animale, se non lo rimetti in acqua morirà. Fallo subito!”. Fallo subito!”. E così si è chiuso il round. In attesa dei prossimi bagnanti e delle prossime meduse.

Con il popolamento delle spiagge per le vacanze non è raro assistere a questi spiacevoli episodi di maltrattamento ai danni di granchi, pesci, stelle e cavallucci marini, meduse e, più in generale, di tutta la fauna marina. Dal semplice prelievo degli animali in questione dal loro ambiente naturale per trasferirli nei secchielli o sulla sabbia bollente, ad episodi ben più gravi quali la mutilazione, la menomazione degli arti, se presenti, all’uccisione o all’utilizzo come improbabili souvenir.

Così per informare i bagnanti che maltrattare ed uccidere gli animali (a qualunque specie appartengano) è non solo un atto ingiusto e  riprovevole ma anche un reato penalmente perseguibile, l’Ufficio legale della LAV con il Settore Educazione ha inviato una istanza alle Capitanerie di Porto e ai Sindaci dei Comuni costieri.

Chi maltratta un animale, ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice penale, rischia da tre mesi a un anno di reclusione o la multa da 3000 a 15000 euro, con aumento della metà in caso di morte. Tale  articolo, come confermato da recenti sentenze della Corte di Cassazione, non si riferisce alle sole lesioni fisiche, ma è riconducibile anche a sofferenze di carattere ambientale, comportamentale, etologico o logistico, comunque capaci di produrre sofferenza agli animali in quanto esseri senzienti.

E’ facilmente intuibile come prelevare dal loro habitat naturale animali e riporli, anche temporaneamente, in secchielli o simili, luoghi del tutto sconosciuti agli animali in questione ed inadeguati alle loro caratteristiche etologiche, sia per gli stessi fonte di grande stress, e causa di sofferenze, penalmente rilevanti.

Permettere tali atti, soprattutto a soggetti in età infantile o davanti ad essi, inoltre, non è solamente diseducativo ma compromette fortemente il rapporto che i minori potrebbero instaurare nella loro vita con il mondo animale, e più in generale con gli altri essere umani. Trattare qualsiasi animale, anche il più piccolo, come se fosse un giocattolo o una cosa, non considerando il fatto che sia anch’esso un essere senziente e quindi in grado di provare dolore e sofferenza, non educa alla sensibilità ed al rispetto verso gli altri.

Gianluca Felicetti*
[Presidente LAV]

Nord Est e Autonomie

La notizia: Il neo governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia (ex Ministro dell’Agricoltura), ha lanciato nei giorni scorsi un appello al Trentino, all’Alto Adige e al Friuli  (due Provincie e una Regione autonome, seppure con una netta differenza di realizzazione dell’ Autonomia, che il Friuli deve ancora definire con Roma) per unirsi in una battaglia verso la realizzazione del federalismo fiscale e per competere uniti rispetto alle economie  di confine di Slovenia e Austria. Zaia ha evocato per questo il mito del Nord Est, motore produttivo del Paese.

La risposta della politica trentina e alto-atesina è stata fredda: il Presidente della Giunta provinciale di Bolzano Luis Durnwalder (del partito etnico di raccolta SVP) ha ricordato che l’Alto Adige ha già siglato un accordo sul federalismo e sulla futura gestione dell’Autonomia con il Governo. Lo stesso ha ricordato il Vice Presidente della Giunta Provinciale di Trento Alberto Pacher (ex Sindaco di Trento, del Partito Democratico) per il Trentino. Infine il Presidente del Consiglio Provinciale Giovanni Kessler, del Partito Democratico, ha espressamente detto che il Nord- Est è un mito superato. Semmai  – ha ricordato l’esponente democratico – il Trentino guarda a Bolzano e Innsbruck.

I politici leghisti locali (a partire dal Segretario del Carroccio trentino Fugatti) si sono subito entusiasmati , affrettandosi però a rassicurare sul fatto che la Lega al potere nel Nord non mette a rischio l’Autonomia trentina. L’Autonomia infatti costituisce in Trentino (quanto in Alto Adige) un tema delicatissimo.

Lo stesso Assessore provinciale alla Sanità, Ugo Rossi, del Partito Autonomista PATT, ha tagliato corto rispetto alle proposte di Zaia ricordando che il Trentino ha un naturale sguardo a Nord, più che ad est.

Il commento: Luca Zaia cerca nella direzione sbagliata e guarda il problema sbagliato. Le Autonomie del Nord est geografico (che non corrisponde in alcun modo ad un possibile Nord est geo-politico) italiano sono Autonomie di montagna. Friuli, Alto Adige, Trentino sono terre di montagna. Il Veneto invece è terra di pianura, di mare e in parte di montagna e non ha una politica per la montagna, come denunciato da tempo dal mondo della cultura e delle associazioni.

Le Autonomie del Nord est possono insegnare alcune cose significative al Veneto sul governo dei territori di montagna. Al tempo stesso l’Autonomia di Trentino e Alto Adige mostra le difficoltà e alcune soluzioni del decentramento. La recente riforma istituzionale trentina, con la difficoltosa creazione delle Comunità di Valle e la devoluzione dell’urbanistica all’ambito di valle e comunale, mostra da un lato gli elementi di vulnerabilità reale del decentramento e dall’altro le difficoltà politiche e sociali nel realizzarlo nei fatti.A ben guardare il Trentino oggi costituisce un esempio illuminante di come non si possa banalizzare o mitizzare la devoluzione e il federalismo. Si tratta di percorsi complessi.

Il problema a cui guarda Zaia è poi quello sbagliato: l’Autonomia non è tanto una risposta strutturale alle sfide economiche (può essere anche quello) ma è soprattutto un’architettura istituzionale, che richiede responsabilizzazione delle periferie, qualità amministrativa decentrata,  un elevato senso civico e spirito di partecipazione dei cittadini.

Kessler – Dellai: il ruolo del Consiglio provinciale.

La notizia: Negli ultimi mesi assistiamo ad un apparente conflitto tra il Presidente della Giunta provinciale Lorenzo Dellai e il Presidente del Consiglio provinciale, Giovanni Kessler. I giornali (soprattutto l’Adige) rappresentano la vicenda come un conflitto di carattere personale intorno al potere.

Il mio commento: I due personaggi hanno caratteri decisi e sicuramente anche a Giovanni Kessler non dispiace (legittimo) l’idea di diventare in futuro Presidente della Giunta. In futuro il Trentino avrà bisogno di un autorevole Presidente della Giunta, che sia anche persona di carattere ma che ami più di Lorenzo Dellai il confronto e la partecipazione. In ogni caso la questione che pone sin dall’inizio del suo mandato il Presidente del Consiglio provinciale, Giovanni Kessler, è di vitale importanza.

Molti pensano che la Giunta provinciale abbia troppo potere e che lo abbia usato male con le Giunte di Dellai.  Troppo spesso decisioni importanti sono state imposte a tutti, usando il potere e non il confronto. Però pochi hanno il coraggio di dirlo apertamente e di lavorare direttamente per riportare il Consiglio provinciale al centro del potere politico. La Giunta dovrebbe essere uno strumento di governo mentre in Consiglio dovrebbe avvenire una trasparente discussione delle regole e dei principi, sulla cui base esercitare il governo.

Ho così intervistato Giovanni Kessler.

Presidente, ci spiega cosa sta succedendo tra le due massime cariche politiche provinciali, tra lei Presidente del Consiglio e Lorenzo Dellai, Presidente della Giunta Provinciale? È uno scontro sul potere personale (come scrivono i giornali) oppure un confronto, seppure duro, sul ruolo del Consiglio Provinciale e quello della Giunta provinciale?

Qualcuno, anche sui giornali, parla di “guerra Kessler -Dellai”. Devo subito dire che non mi riconosco in u’immagine di guerra. Non ho mai espresso critiche alla persona, né ho mai messo in discussione il ruolo o le funzioni del mio interlocutore. Non cerco pretesti per criticare e sono ben consapevole che i miei interventi pubblici hanno sulla stampa un rilievo (e a volte un’enfatizzazione) superiore a quello riservato ad altri esponenti politici. Detto questo le mie critiche si sono appuntate su specifiche scelte del presidente, quando assunte in maniera solitaria ed ignorando il ruolo del Consiglio. E così continuerò a fare, senza farmi zittire, né da minacce, né da opportunismi. Alcuni hanno spiegato il mio atteggiamento critico come una manovra per divenire il prossimo presidente della provincia. Trovo quest’interpretazione davvero singolare, incomprensibile. Un dibattito fuorviante che sposta l’attenzione dalle vere questioni in campo: ovvero la qualità della nostra democrazia.

Lei ritiene che in questi ultimi anni la Giunta provinciale abbia avuto troppo potere, come per esempio dicono spesso le associazioni ambientaliste?

Credo che quando un Presidente di provincia e una Giunta ricevano un chiaro mandato dagli elettori sia per loro un dovere assumere le responsabilità di governo che, evidentemente, hanno anche delle forti componenti decisionali. Proprio per questo è importante che l’esercizio di governo sia bilanciato da un Consiglio che rappresenta tutte le forze politiche. È questo il luogo vero in cui ci si confronta e si possono ascoltare tutti i punti di vista. È il luogo della mediazione per eccellenza. Ed è anche il luogo delle decisioni.

Cosa dovrebbe e potrebbe cambiare in pratica?

Occorre riportare il Consiglio al centro del confronto e delle scelte politiche, soprattutto quando queste riguardano temi d’interesse generale. Certo questo è molto più faticoso che prendere le scelte entro i quattro muri di una Giunta. Ma la democrazia, come ci hanno ampiamente insegnato i padri fondatori della Repubblica italiana, costa fatica. La fatica della libertà.

Cacciatori trentini: nuovo Presidente, quale linea?

La notizia: Cacciato il super Presidente dei cacciatori trentini, Sandro Flaim.  In 15 sezioni su 20 infatti ha vinto lo sfidante, Giampaolo Sassudelli. Il nuovo Presidente ha subito dichiarato che la prima preoccupazione sarà “sburocratizzare” (non la fauna o la biodiversità, ma la burocrazia…). Perché secondo lui i  cacciatori sarebbero afflitti da regolamenti troppo complessi, ad esempio vorrebbe eliminare l’obbligo di timbrare il cartellino personale prima di uscire a caccia con luogo di uscita, orario di partenza e rientro e specificare se si esce a capriolo oppure camoscio. Sassudelli ha aggiunto che gli anziani fanno fatica ad adempiere. Grandi sostenitori del nuovo Presidente i due consiglieri provinciali (di opposizione) cacciatori Claudio Eccher e Nerio Giovanazzi. grande elettore del Presidente uscente addirittura il Presidente della Provincia Lorenzo Dellai.

Il commento: Numeri: i cacciatori trentini sono circa 7500, meno del 2%  della popolazione. L’età media è 50 anni, il 90% sono maschi. Una minoranza per numeri e di genere. In un paese (l’Italia) dove secondo tutti i sondaggi la stragrande maggioranza degli abitanti è contraria alla caccia e favorevole a sue rigorose regolamentazioni. Lobby potente anche in Trentino quella dei cacciatori: amati dall’ex Presidente della Provincia Bruno Kessler (uomo del popolo e cacciatore), lo sono altrettanto, per ragioni elettorali, dal non cacciatore Lorenzo Dellai. L’ex potente Presidente dell’Associazione Cacciatori, battuto da Sassudelli, è Sovrintendente della Provincia. Flaim (che è stato anche Direttore del Parco Adamello Brenta, una vita fa..quando la Provincia non voleva neanche le figure dei Guardiaparco…) è in ottimi rapporti  col Presidente Lorenzo Dellai. Cacciatori nei posti giusti (le cabine di controllo della caccia) sono anche l’altrettanto potente Romano Masè (da molti considerato il braccio destro di Dellai nelle questioni venatorie, faunistiche e non solo), così come il Dirigente del Servizio Foreste e Fauna Maurizio Zanin e il sottostante Responsabile dell’ Ufficio Faunistico Ruggero Giovannini. Va dato atto però a Zanin e Giovannini di essere entrati nel ruolo istituzionale: hanno un rapporto di dialogo con le associazioni ambientaliste e hanno preso discretamente le distanze dall’Associazione Cacciatori. Ad esempio hanno voluto un faunista serio e attento all’ecologia (e non cacciatore) come Andrea Mustoni (il papà del ritono degli osi in Trentino) a scrivere un buon Piano Faunistico, che sostituirà quello vigente. Cacciatore sfegatato è invece il faunista Franco Perco, che ha scritto il vigente Piano faunistico del 2004, che inizia con la storia dell’evoluzione (sic) del cacciatore alpino e introduce la nuova parola sublime di “tele-selettore” al posto di cacciatore.

Chi è l’uscente Presidente Sandro Flaim? Un architetto, cacciatore, che recentemente si è distinto per aver detto  arrabbiatissimo che in Trentino vi sarebbero ben 5000 pernici bianche! Infatti i tecnici della Provincia (che sono sempre prudenti, mica sono Legambiente!) hanno proposto di rendere non cacciabile la pernice, il WWF gira le valli con una mostra che la descrive come specie molto fragile e tutti i faunisti che studiano le Alpi, se interpellati, dicono che quei numeri sono inventati e ridicoli. Sandro Flaim ha impostato la sua presidenza con una forte caratterizzazione politica, ottenendo ampio appoggio dal Presidente Dellai e provocando però con l’atteggiamento arrogante il risultato di essere sconfitto alle elezioni.

Appoggi imbarazzanti per Sassudelli? I due consiglieri provinciali filo-caccia Claudio Eccher e Nerio Giovanazzi, che negli anni si sono distinti per le loro sparate contro gli ambientalisti (nel caso di Eccher anche in Comitato faunistico) e per diversi tentativi di riformare la legge provinciale sulla caccia in modo retrivo.  Nerio Giovanazzi anni fa aveva tentato per esempio di favorire per legge le associazioni ornitiche (non la benemerita LIPU, bensì le associazioni degli appassionati di uccelli in gabbia o peggio da richiamo!) Ultimo esempio? Il ddl nr 87 2010 disegno di legge a loro firma, che vorrebbe riformare la vigente legge provinciale nr 24 sulla caccia, e che è semplicemente agghiacciante. Il disegno di legge è improntato interamente a favorire il cacciatore e in esso nulla traspare della buona gestione della risorsa fauna selvatica.

Prevede:

-ampliare le associazioni venatorie da coinvolgere nella stesura del Piano Faunistico (oggi si prevede solo il coinvolgimento della Federazione italiana Caccia) alle associazioni venatorie riconosciute dal Ministero (tra cui vi sono Migratoristi e Produttori selvaggina), escludendo le associazioni ambientaliste (art. 1)

– istituire aziende agri-turistico-venatorie (cioè turismo agreste e caccia! ) (art. 2, lettera B)

– creare zone pubbliche e private di produzione di selvaggina a scopi alimentari (art. 2, lettera C)

-creare zone di addestramento dei cani da caccia dove immettere selvaggina di allevamento (art. 2, lettera C segue)

-creare zone per la caccia con i falchi dove immettere selvaggina di allevamento (art. 2, lettera C segue)

-caccia nei biotopi (ipocrisia: dice “gestione venatoria e se compatibile”) (art. 3) che sono circa lo 0.1% del territorio!

– passa alla Giunta il potere di adottare la gestione tecnica della fauna cacciabile (cosa vorranno dire…..in pratica la parte venatoria del Piano faunistico?? Sarebbero le prescrizioni tecniche??) e anche il regolamento tecnico delle Riserve comunali (sottraendoli al Comitato faunistico, se ne deduce) (art. 4, lettera A)

– toglie l’adozione di prescrizioni tecniche e programmi di prelievo al Comitato faunistico (art. 4, lettera B)
–
-affidamento a strutture periferiche delle Riserve comunali di determinate specie faunistiche (art. 6, lettera G)

– leggera contrazione della democrazia negli enti gestori (si elimina l’obbligo di far votare al direttivo provinciale dell’Ente gestore rappresentanti di altre associazioni venatorie minori, si toglie diritto di voto nelle sezioni ai cacciatori aggregati) e così via…

Voi affidereste a gente così gli animali selvatici?

Il nuovo Presidente dei cacciatori si, perché da costoro si è fatto pubblicamente appoggiare. Lo dichiara lui stesso in questa intervista  rilasciata al quotidiano Trentino. http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/dettaglio/trento-cambio-al-vertice-dei-cacciatori:-sassudelli-a-sorpresa-batte-flaim/1892854.

Sassudelli dice che sarebbe troppo brigoso timbrare un cartellino per segnalare se si esce a una specie oppure ad un’altra? Se si considera la caccia come un gioco (come fanno i cacciatori in realtà) allora è vero. Se invece la caccia è considerata davvero quello che l’Associazione cacciatori trentini dice e scrive nei dotti convegni, ovvero una complessa e onesta (sic!) azione di gestione della fauna no, assolutamente no.  La cosiddetta burocrazia sono le regole minime per garantire trasparenza e controlli. Perché uscire a sparare a cervi oppure caprioli mica è la stessa cosa, evidentemente! Infine, se un anziano non riesce a timbrare un cartellino (come dice il Sassudelli) , beh, santo cielo che non esca armato all’alba: potrebbe sbagliarsi con quel fucile! E se fa fatica con il cartellino come farà a distinguere una specie di uccello -che loro hanno voluto cacciabile- da un’altra, visto che sono tanto piccoli questi animali?

Insomma, la storia ci dirà quale linea terrà la nuova Presidenza dei cacciatori. Sarà una gestione meno piegata sulla politica ? Questo spingerà il Presidente Lorenzo Dellai a non essere più partigiano di una lobby ma a pensare alla fauna come una risorsa pubblica importante?