La notizia: Cacciato il super Presidente dei cacciatori trentini, Sandro Flaim. In 15 sezioni su 20 infatti ha vinto lo sfidante, Giampaolo Sassudelli. Il nuovo Presidente ha subito dichiarato che la prima preoccupazione sarà “sburocratizzare” (non la fauna o la biodiversità, ma la burocrazia…). Perché secondo lui i cacciatori sarebbero afflitti da regolamenti troppo complessi, ad esempio vorrebbe eliminare l’obbligo di timbrare il cartellino personale prima di uscire a caccia con luogo di uscita, orario di partenza e rientro e specificare se si esce a capriolo oppure camoscio. Sassudelli ha aggiunto che gli anziani fanno fatica ad adempiere. Grandi sostenitori del nuovo Presidente i due consiglieri provinciali (di opposizione) cacciatori Claudio Eccher e Nerio Giovanazzi. grande elettore del Presidente uscente addirittura il Presidente della Provincia Lorenzo Dellai.
Il commento: Numeri: i cacciatori trentini sono circa 7500, meno del 2% della popolazione. L’età media è 50 anni, il 90% sono maschi. Una minoranza per numeri e di genere. In un paese (l’Italia) dove secondo tutti i sondaggi la stragrande maggioranza degli abitanti è contraria alla caccia e favorevole a sue rigorose regolamentazioni. Lobby potente anche in Trentino quella dei cacciatori: amati dall’ex Presidente della Provincia Bruno Kessler (uomo del popolo e cacciatore), lo sono altrettanto, per ragioni elettorali, dal non cacciatore Lorenzo Dellai. L’ex potente Presidente dell’Associazione Cacciatori, battuto da Sassudelli, è Sovrintendente della Provincia. Flaim (che è stato anche Direttore del Parco Adamello Brenta, una vita fa..quando la Provincia non voleva neanche le figure dei Guardiaparco…) è in ottimi rapporti col Presidente Lorenzo Dellai. Cacciatori nei posti giusti (le cabine di controllo della caccia) sono anche l’altrettanto potente Romano Masè (da molti considerato il braccio destro di Dellai nelle questioni venatorie, faunistiche e non solo), così come il Dirigente del Servizio Foreste e Fauna Maurizio Zanin e il sottostante Responsabile dell’ Ufficio Faunistico Ruggero Giovannini. Va dato atto però a Zanin e Giovannini di essere entrati nel ruolo istituzionale: hanno un rapporto di dialogo con le associazioni ambientaliste e hanno preso discretamente le distanze dall’Associazione Cacciatori. Ad esempio hanno voluto un faunista serio e attento all’ecologia (e non cacciatore) come Andrea Mustoni (il papà del ritono degli osi in Trentino) a scrivere un buon Piano Faunistico, che sostituirà quello vigente. Cacciatore sfegatato è invece il faunista Franco Perco, che ha scritto il vigente Piano faunistico del 2004, che inizia con la storia dell’evoluzione (sic) del cacciatore alpino e introduce la nuova parola sublime di “tele-selettore” al posto di cacciatore.
Chi è l’uscente Presidente Sandro Flaim? Un architetto, cacciatore, che recentemente si è distinto per aver detto arrabbiatissimo che in Trentino vi sarebbero ben 5000 pernici bianche! Infatti i tecnici della Provincia (che sono sempre prudenti, mica sono Legambiente!) hanno proposto di rendere non cacciabile la pernice, il WWF gira le valli con una mostra che la descrive come specie molto fragile e tutti i faunisti che studiano le Alpi, se interpellati, dicono che quei numeri sono inventati e ridicoli. Sandro Flaim ha impostato la sua presidenza con una forte caratterizzazione politica, ottenendo ampio appoggio dal Presidente Dellai e provocando però con l’atteggiamento arrogante il risultato di essere sconfitto alle elezioni.
Appoggi imbarazzanti per Sassudelli? I due consiglieri provinciali filo-caccia Claudio Eccher e Nerio Giovanazzi, che negli anni si sono distinti per le loro sparate contro gli ambientalisti (nel caso di Eccher anche in Comitato faunistico) e per diversi tentativi di riformare la legge provinciale sulla caccia in modo retrivo. Nerio Giovanazzi anni fa aveva tentato per esempio di favorire per legge le associazioni ornitiche (non la benemerita LIPU, bensì le associazioni degli appassionati di uccelli in gabbia o peggio da richiamo!) Ultimo esempio? Il ddl nr 87 2010 disegno di legge a loro firma, che vorrebbe riformare la vigente legge provinciale nr 24 sulla caccia, e che è semplicemente agghiacciante. Il disegno di legge è improntato interamente a favorire il cacciatore e in esso nulla traspare della buona gestione della risorsa fauna selvatica.
Prevede:
-ampliare le associazioni venatorie da coinvolgere nella stesura del Piano Faunistico (oggi si prevede solo il coinvolgimento della Federazione italiana Caccia) alle associazioni venatorie riconosciute dal Ministero (tra cui vi sono Migratoristi e Produttori selvaggina), escludendo le associazioni ambientaliste (art. 1)
– istituire aziende agri-turistico-venatorie (cioè turismo agreste e caccia! ) (art. 2, lettera B)
– creare zone pubbliche e private di produzione di selvaggina a scopi alimentari (art. 2, lettera C)
-creare zone di addestramento dei cani da caccia dove immettere selvaggina di allevamento (art. 2, lettera C segue)
-creare zone per la caccia con i falchi dove immettere selvaggina di allevamento (art. 2, lettera C segue)
-caccia nei biotopi (ipocrisia: dice “gestione venatoria e se compatibile”) (art. 3) che sono circa lo 0.1% del territorio!
– passa alla Giunta il potere di adottare la gestione tecnica della fauna cacciabile (cosa vorranno dire…..in pratica la parte venatoria del Piano faunistico?? Sarebbero le prescrizioni tecniche??) e anche il regolamento tecnico delle Riserve comunali (sottraendoli al Comitato faunistico, se ne deduce) (art. 4, lettera A)
– toglie l’adozione di prescrizioni tecniche e programmi di prelievo al Comitato faunistico (art. 4, lettera B)
-affidamento a strutture periferiche delle Riserve comunali di determinate specie faunistiche (art. 6, lettera G)
– leggera contrazione della democrazia negli enti gestori (si elimina l’obbligo di far votare al direttivo provinciale dell’Ente gestore rappresentanti di altre associazioni venatorie minori, si toglie diritto di voto nelle sezioni ai cacciatori aggregati) e così via…
Voi affidereste a gente così gli animali selvatici?
Il nuovo Presidente dei cacciatori si, perché da costoro si è fatto pubblicamente appoggiare. Lo dichiara lui stesso in questa intervista rilasciata al quotidiano Trentino. http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/dettaglio/trento-cambio-al-vertice-dei-cacciatori:-sassudelli-a-sorpresa-batte-flaim/1892854.
Sassudelli dice che sarebbe troppo brigoso timbrare un cartellino per segnalare se si esce a una specie oppure ad un’altra? Se si considera la caccia come un gioco (come fanno i cacciatori in realtà) allora è vero. Se invece la caccia è considerata davvero quello che l’Associazione cacciatori trentini dice e scrive nei dotti convegni, ovvero una complessa e onesta (sic!) azione di gestione della fauna no, assolutamente no. La cosiddetta burocrazia sono le regole minime per garantire trasparenza e controlli. Perché uscire a sparare a cervi oppure caprioli mica è la stessa cosa, evidentemente! Infine, se un anziano non riesce a timbrare un cartellino (come dice il Sassudelli) , beh, santo cielo che non esca armato all’alba: potrebbe sbagliarsi con quel fucile! E se fa fatica con il cartellino come farà a distinguere una specie di uccello -che loro hanno voluto cacciabile- da un’altra, visto che sono tanto piccoli questi animali?
Insomma, la storia ci dirà quale linea terrà la nuova Presidenza dei cacciatori. Sarà una gestione meno piegata sulla politica ? Questo spingerà il Presidente Lorenzo Dellai a non essere più partigiano di una lobby ma a pensare alla fauna come una risorsa pubblica importante?