L’articolo sarà via via aggiornato con le notizie che troverò sulla stampa e personalmente. Lanciato il 5 dicembre 2009, appena uscita la notizia del sequestro. Le informazioni qui riportate sono state tratte dalla lettura dei due quotidiani locali “Trentino” e “Adige” , dall’archivio dei loro siti internet sulla vicenda e pregressi, parlando con esperti di normative su acciaierie e inceneritori di Legambiente nazionale, con comitati, associazioni e sindacati e cercando ulteriore documentazione attendibile in internet.
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Aggiornamento nr 07 (30 dic 2009)
La notizia: L’inchiesta: “Fumo negli occhi” è l’indagine condotta da circa un anno (dicembre 2008 l’avvio) dalla Forestale di Vicenza, sul supposto inquinamento ambientale e smaltimento illecito di residui di lavorazione da parte dell’ Acciaieria di Borgo Valsugana. L’inchiesta è collegata alla parallele inchieste ambientali “Tridentum” ed “Eco Terra”, dei sostituti procuratori trentini Alessandra Liverani e Salvatore Ferraro, sull’utilizzo di terreni inquinati in bonifiche e altri usi, che ha visto in luglio 2009 coinvolto il Direttore dello stabilimento (Emilio Spandre) e la ditta Boccher Luciano snc (Olle-Borgo Valsugana), con il suo amministratore Franco Boccher, entrambi indagati da luglio 2009. La Boccher è specializzata in riciclaggio di inerti.
Il sequestro: Il Gip Marco La Ganga ha disposto in data venerdì 4 dicembre 2009 un provvedimento di sequestro preventivo per l’Acciaieria di Borgo Valsugana, di un laboratorio di analisi chimiche, supposto compiacente, in Provincia di Brescia e anche delle cartelle cliniche dei lavoratori. Il 4 dicembre, si sono svolti il sequestro, le perquisizioni presso lo stabilimento, il laboratorio chimico bresciano e gli Uffici dell’ APPA e gli interrogatori degli indagati (da parte di Alessandra Liverani). Lo stabilimento resta operativo, sotto la tutela di un incaricato della Procura (l’ingegner Tiziano Benedetti, veneto). La Procura ha il sospetto che la salute dei lavoratori sarebbe compromessa a causa di eccessivo inquinamento interno. Quindi si valuta anche l’ipotesi di violazione del diritto sul lavoro, ovvero delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Il Tribunale del Riesame in data 23 dicembre ha esaminato la richiesta della proprietà di riavere il pieno controllo operativo dello stabilimento e l’opposta richiesta della Procura di chiudere del tutto la produzione, decidendo di tenere aperto lo stabilimento, aumentando i poteri del delegato della Procura ing. Tiziano Bendetti, di fatto estromettendo i dirigenti del Gruppo Leali dalla direzione aziendale.
Gli indagati e le accuse mosse dalla Procura: Sono indagate complessivamente 12 persone:
Acciaierie Leali: 4 indagati per Acciaiere Valsugana: Dario Leali, amministratore, Emilio Spandre (ex Direttore, già indagato e arrestato per Eco terra), Matteo Bortolotti, responsabile prevenzione e sicurezza e Alessandro Trentin, responsabile produzione. Le accuse per loro sono “getto pericoloso di cose (emissioni non autorizzate), falso (per aver taroccato le analisi chimiche) e scarico abusivo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro (in marzo 2009 c’era stato un secondo, dopo dicembre 2008, giorno di intensi prelievi e controlli, gli inquirenti sospettavano che vi fosse anche micro-inquinamento interno al luogo di lavoro). L’accusa comprende anche il fatto che alcune vistose rotture non sarebbero state riparate, facendo uscire inquinanti verso l’esterno 8si tratta quindi di emissioni secondarie, non regolate e non permesse). Si sostiene anche che l’azienda avrebbe scaricato abusivamente reflui nel vicino corso d’acqua.
APPA: 4 indagati anche presso l’APPA: Giancarlo Anderle, il dirigente del settore controlli e tre funzionari. Sono accusati di abuso d’ufficio e concorso nelle emissioni non autorizzate. La Procura contesta ai tecnici di aver posto un limite alle emissioni di diossine totali per l’Acciaieria (per il vecchio camino, fino ad autunno 2009 quindi) superiore al limite di legge. I tecnici affermano di aver applicato la normativa italiana vigente del 2006 (che prevede un massimo di 10.000 ng/Nm3), imponendo un limite venti volte inferiore al massimo (ovvero 500 ng/Nm3). La Procura intende capire, indagandoli, se invece non si dovesse applicare la più severa indicazione europea (le cosidette BREF, che sono indicazioni tecniche), che però non prevede un limite bensì una possibilità tecnica . Le BREF sono in pratica l’indicazione della migliore prestazione che si può ottenere se si applicano tecnologie innovative. Le BREF sono contenute nel Protocollo di Aarhus,, del 2004. Dall’estate 2009 è in vigore -stante il nuovo sistema aspirante dell’Acciaieria imposto da APPA nel corso dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) -il limite inferiore di 0,5 ng/Nm3, previsto per tutti gli impianti nuovi.
laboratorio di analisi Chemie: Altri 4 indagati presso il Laboratorio Chemie di Brescia, per le indagini compiacenti. Sono accusati di falso e concorso nelle emissioni di cui sopra, non autorizzate. Il laboratorio avrebbe in pratica secondo la Procura falsificato i risultati delle analisi svolte.
Qualche memoria: Salute: Oltre alla Acciaieria la Valsugana ha subito in questi anni il traffico della statale 47 con 44.000 veicoli di cui 10.000 sono camion, con 14.000 veicoli di passaggio dentro Borgo ogni giorno, il disagio dell’ormai chiuso impianto di compostaggio di Campiello (con la tragica puzza per mesi e mesi) e di recente la vicenda della discarica di Monte Zaccon, con tutti i rifiuti inquinanti e illeciti che vi sono stati smaltiti illegalmente. Da anni comitati e associazioni della Valsugana chiedono due cose: 1) un’analisi epidemiologica seria sulla salute dei residenti. Si è parlato ad esempio di georeferenziazione per l’analisi sulla salute, che significa in pratica poter ricavare oltre ai dati di mortalità e malattia comune per comune, quelli per sezione, più attendibili, concentrati attorno al “punto di dispersione! (qui l’Acciaieria) depurati di fattori di confondimento (distanza dalla fonte, anni di residenza, età del malato, presenza di altre patologie pregresse, stili di vita). Si dice ad esempio che i dati di mortalità e malattia per il Comune di Telve sarebbero strani, da approfondire. E il famoso geologo Giorgio Jobstraibizer ricorda la morfologia della Valsugana: ricca di zolle e metalli pesanti, solfuri (vedi miniere di pirite, solfuro di ferro), zinco e arsenico. Fattori naturali di inquinamento ai quali si aggiungono concimazioni agricole, combustioni selvagge, il traffico, la Samatec quando operava, e ora la Cava di Monte Zaccon e da anni le Acciaierie. Altra questione: il limite di emissioni per un inceneritore è 0,1 ngTeq/Nm3 mentre per un’acciaieria è di 0,5, oltre cinque volte. 2) la conversione dell’Acciaieria (che di fatto si trova dentro l’abitato di Borgo a pochi passi dal fiume Brenta) da produzione inquinante di ferro a produzione di eccellenza. Oggi è attivo il comitato Barbieri sleali, che ha promosso nei mesi scorsi anche una petizione per appunto chiedere la conversione e ha in mente anche un referendum su questo punto.
L’Acciaieria ha fatto due ricorsi al TAR: uno contro la Provincia, ovvero avverso la stessa AIA (Autorizzazione integrata ambientale) rilasciata dall’APPA, che prevede secondo il Gruppo Leali emissioni troppo restrittive. Secondo ricorso al TAR contro il Piano di Zonizzazione acustica del Comune di Borgo (del febbraio 2009), che pone un limite più severo all’inquinamento acustico.
Commento di sintesi: Insomma, il quadro è questo: una fabbrica inquinante l’aria e rumorosa, con un impatto estetico terribile, collocata dentro un grande paese in un contesto ambientale fortemente compromesso e vicina a un fiume, un’azienda che non vuole accettare le regole comuni e fa due ricorsi contro Provincia e Comune avverso quelle regole di sostenibilità. Un’azienda accusata di smaltire illegalmente le proprie scorie, di sversare in acqua reflui illegali e in aria diossine oltre i limiti di legge, infine di falsificare le analisi sulle proprie emissioni.
Alcune questioni centrali:
1) Perché la politica non ha deciso negli anni di convertire in una produzione diversa, non impattante e innovativa, uno stabilimento non più sostenibile per ragioni ambientali e sociali?
2) Perché la questione di quale limite adottare per le emissioni non è stata dalla Dirigenza dell’APPA e dall’Assessorato competente portata in un pubblico dibattito, trasparente e informato?
3) Perché si affidano le analisi effettuate dalla stessa Acciaeria a laboratori privati esterni, fornitori dell’azienda da controllare?
4) Cosa è necessario fare per rendere efficaci i controlli dell’APPA, a seguito delle due gravi vicende di Monte Zaccon prima e ora di Borgo Valsugana?
5) Non sono mai stati effettuati da APPA controlli sui terreni esterni all’Acciaieria, perché “le emissioni risultavano in regola”, dice l’Assessore alla Salute, Ugo Rossi. Errore: quei controlli devono essere eseguiti, per un controllo in più, per completezza conoscitiva.
A questo link si legge un precedente articolo, scritto per il Trentino, che riassumeva alcune vicende di controlli carenti da parte della Provincia di Trento sul territorio (Monte Zaccon, Europa Steel, ex Star Oi, Marmolada e altri).
https://falcoeleonorae.wordpress.com/wp-admin/post.php?action=edit&post=956&message=1